Si fa presto a dire Lavoro per obiettivi

Tutti d’accordo: il nuovo modello di lavoro “smart” deve essere consolidato, e questo richiede una trasformazione profonda verso il “lavoro per obiettivi”.

Dietro quest’etichetta innocua si celano diverse sfaccettature e implicazioni organizzative. La prima sfida è quindi chiarire i diversi aspetti del modello di “lavoro per obiettivi”, cosa che ogni organizzazione dovrà fare per sé, a partire dai propri principi e vincoli, col supporto di consulenti preparati e la partecipazione dei lavoratori.

Qui ci limitiamo ad evidenziare alcuni dei temi che entrano in gioco, usando le domande fondamentali:

PERCHE’ ADOTTARE IL LAVORO ‘A OBIETTIVI’? Con lo smart-working si passa da un modello di lavoro in cui la diffusione della conoscenza e la produttività sono sostenute dalla compresenza, ad uno in cui la socializzazione è molto più lasca: produttività e condivisione di informazioni devono essere tutelate in altro modo. Inoltre il “tempo di lavoro” non è più una misura rilevabile né ragionevolmente significativa per valutare l’apporto di una persona alla vita aziendale; servono altri indicatori, basati – appunto – sul livello di raggiungimento di obiettivi concordati.

COSA SONO GLI OBIETTIVI? Sono mete su cui ‘ingaggiare’ le persone, obiettivi che correlano un ‘oggetto’ ad una sua misura ‘target’. Possono essere diversi da persona a persona, da azienda ad azienda. Possono essere strettamente individuali, per esempio il numero di task evasi per periodo; di gruppo, come il rispetto dei tempi nell’implementazione di un progetto; aziendali, come l’aumento del fatturato. L’importante è che siano in qualche modo “misurabili” senza ambiguità, possibilmente a partire dai dati che l’azienda già colleziona, automaticamente e senza overhead aggiuntivo.

CHI PUO’ LAVORARE PER OBIETTIVI? Quando definisce un budget e controlla gli andamenti, la direzione lavora per obiettivi.Gli operatori commerciali, che godono di una libertà di movimento usualmente preclusa alle altre figure, già spesso lavorano per obiettivi (il fatturato, il numero di nuovi clienti, …). Si tratta di estendere questa modalità di lavoro ‘consapevole’ ad altre funzioni, partendo da quelle in cui il vantaggio è più rilevante.

COME SI SCELGONO GLI OBIETTIVI? Puntando ad un mix di mete personali, di gruppo e aziendali, in modo da bilanciare la prestazione del singolo con gli obiettivi collettivi. Si possono proporre set diversi per profilo, in relazione alla tipologia di organizzazione e ai dati già disponibili.

COME SI MISURANO GLI OBIETTIVI? Per ogni ‘oggetto’ il ‘target’ è ottenuto componendo indicatori strettamente numerici di eventi aziendali (ad esempio, la quantità di task evasi) con pesi che ne qualifichino l’apporto (task urgenti o meno, task complessi o semplici, …). Si tratta di definire modelli di misura e istituire processi – informatizzati e operativi – per il rilievo e la composizione degli indicatori.

QUANDO SI MISURA IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI? La valutazione del raggiungimento della meta concordata ha un periodo abbastanza lungo – da alcuni mesi all’anno. Tuttavia, il sistema è efficace se propone, attraverso misure frequenti, con indicatori facilmente visibili su un cruscotto, un feedback tempestivo.

PERCHE’ UN LAVORATORE DOVREBBE IMPEGNARSI PER RAGGIUNGERE I SUOI OBIETTIVI? Chi lavora per obiettivi deve poter vedere il vantaggio del raggiungere le mete: evoluzioni di carriera, riconoscimento economico o sociale, benefit, o semplicemente la soddisfazione data dal maggior coinvolgimento nelle dinamiche aziendali. In ogni caso è necessario un patto  – personale o collettivo – che espliciti i termini e dia visibilità del reciproco vantaggio.

L’avanzata dei tablet

Mi ha colpita, ieri, una pubblicità su un quotidiano. La scrivania del manager, quella che usa anche per le riunioni del gruppo di lavoro, completamente sgombera da fogli, PC, notebook. Nulla. Solo qualche sporadico tablet.

Anche nell’immaginario quotidiano si fa strada l’idea del tablet come strumento principale di lavoro. Basta tastiere, suggerisce, basta penne.

Non credo che sia possibile – non ancora – abbandonare definitivamente lo strumenti di lavoro “tradizionale” (sono appena maggiorenni e già li mandiamo in pensione!). Ma siamo ad un punto di svolta che segnerà il passaggio ad una modalità di interazione standard attesa diversa. Schermo e dito. Una cosa del tipo passaggio da DOC a Windows.

Il valore dei dati nei processi decisionali

Abbiamo partecipato ad una conferenze accademica ad Abbazia, in Slovenia, centrata sui sistemi di Business Intelligence. Il nostro intervento nasce da un’indagine sull’uso di sistemi per la lettura degli andamenti aziendali nelle piccole e medie imprese, indagine in cui abbiamo analizzato non solo la diffusione, ma anche la tipologia degli strumenti usati, le motivazioni che spingono un imprenditore ad investire in questo senso e i freni, economici, culturali o semplicemente organizzativi, che ostacolano spesso gli investimenti in infrastrutture non immediatamente produttive.  Qui potete trovare una copia del materiale utilizzato a supporto del nostro intervento.

La proprietà intellettuale e il kibbuz tecnologico

Leggo un articolo della rivista “ Ingegneri del FVG”, in cui si riporta la risoluzione dell’unione europea sul copyright sul software. La causa SAS contro WPL, rea a suo giudizio di aver ‘sfruttato’ le idee originali di SAS ricostruendole ‘all’indietro’ e sfruttandole per realizzare un prodotto concorrente di SPSS, è stata rigettata. Riconoscendo la non applicabilità alle idee del diritto d’autore, e non permettendo la brevettabilità del software, la Corte di Giustizia UE ha di fatto ritenuto più importante il bene collettivo (la circolazione delle idee, il progresso tecnologico) del beneficio al privato. Continua…

IOT – Internet delle cose

Nell’ultimo numero di Nova campeggiava, in prima pagina, un articolone sull’ “Internet delle cose”. Da tempo seguo con interesse i movimenti nell’ambito dell’IOT, fin’ora letti su stampa specialistico/accademica e usati più che altro come occasione speculativa per pensare al “domani” dei sistemi informativi aziendali.

Vedere che il Sole 24 Ore lo celebra mi  ha inizialmente fatta pensare Wow, ci siamo, se ne parla il Sole vuol dire che l’ambiente è pronto per questo respiro, per questa nuova espansione, per il cambio di scala comunicativa. Poi ho pensato più concretamente  a cosa significa implementare IOT, al perchè la domotica, che dell’IOT è stata precursore, è ancora confinata in ambiti di nicchia. Continua…

Il field? è connesso

Abbiamo completato, con il decisivo supporto di Mobile 3d, il sistema per il supporto delle azioni onfield di Calzavara Spa. Il sistema si integra con la gestione delle commesse e permette ai caposquadra che operano sul campo di interagire, tramite una app disponibile su tablet Samsung Galaxy, con l’archivio aziendale per disporre di documenti tecnici, checklist di lavoro, pianificazione corrente e per registrare quotidianamente l’attività effettuata e le presenze.