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Contratto
‘Il codice è più che altro una sorta di traccia’ – dice Barbossa nei Pirati dei Caraibi. Così i contratti software, per molti di noi. Una formalità, un’indicazione di massima.
Nel migliore dei casi qualcosa da scorrere rapidamente alla ricerca di condizioni visibilmente inaccettabili. Salvo poi scoprire nel peggiore dei modi che la controparte lo applica con rigore, e la legge gli dà ragione.
Un’azienda è stata recentemente riconosciuta rea di aver violato il contratto con SAP, in particolare la clausola che lega il fee annuale SAP alla numerosità degli utenti che ne fanno uso. Non che abbia aumentato il numero delle postazioni di lavoro: ha sviluppato un sito di e-commerce che ne interroga il database tramite API dell’ambiente.
E d’embleè, grazie ad una clausoletta innocente del contratto sull’ “accesso indiretto”, ecco sommarsi al numero degli utenti aziendali i 5800 clienti che si sono registrati sul sito, con conseguente incremento del dovuto di un paio di ordini di grandezza.
La causa è SAP UK vs Diageo, un approfondimento sulle sue implicazioni è reperibile qui

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